VALISI ROBERTO

CESENA, 1965

MOSTRE:

1998 LABORATORIO D’ARTE , SANTA RITA DEI
POVERI, ROMA.
1999 GALLERIA LE MURA, CESENA.
1999 AMORE E VIOLENZA ,SALE DEL BRAMANTE,
ROMA.
1999 PALAZZO DE RIDOTTO ,CESENA.
2000 CESENATICO ARTE, RASSEGNA DI ARTISTI
EMILIANO ROMAGNOLI, CESENATICO (FC)
2000 CONTEMPORANEA MOSTRA MERCATO
D’ARTE MODERNA , FORLI'.
2002 ROCCA VESCOVILE DI BE RTINORO, BERTINORO (FC).
2003 ARTISTI DI CASA SOAVI , FIORAVANTI , SOAVI ,
TERZIARI , VALISI, LONGIANO (FC).
2003 MAESTRI CONTEMPORANEI DELL’EMILIA
ROMAGNA ,GALLERIA S. ISAIA , BOLOGNA.
2003 GALLERIA S. ISAIA MAESTRI DEL’900,
BOLOGNA.
2003 VERNICE ART-FAIR ,FORLI'
2003 PITTURA SCULTURA , GALLERIA COMUNALE,
PESARO.
2004 ARTE SOTTO I PORTICI BOLOGNA
2004 ESTEMPORANEA SASSO MARCONI, BOLOGNA
2004 LE LINEE DEL CORPO L'ARTE DELLA
BELLEZZA, DA MUKI - FAENZA
2005 VERNICE ART-FAIR ,FORLI'
2005 “GALERIA” BERLINO GERMANIA
2006 CONTEMPORANEA MOSTRA MERCATO
D’ARTE MODERNA , FORLI'.
2007 VERNICE ART-FAIR ,FORLI'


Lo scultore Roberto Valisi ha tenacia, occhio chiaro sul mondo. Guarda con limpido sguardo dall’alto delle colline romagnole, fa vivere per se’ ed il consorzio umano degli innamorati dell’arte, l’illuminante pienezza dei sentimenti. Assembla perfetti corpi di ieratica sobrietà, dilaniati talvolta da forze estranee alla logica del tempo corruttore. Ritratti di atleti, ginnaste, bronzei torsi supportati dalla forza di un eros primordiale, suggestive deità figurative accentuate dalla bellezza del metallo(rame, bronzo, bronzo dorato, argento). Icone di tragedie avvenute e non desiderate, vittime dignitose e non consenzienti di un ipotetico moloch invisibile, incivile, brutale. Sculture il cui silenzio è parola, figure che si ergono a contrasto di un falso, squallido progresso etico-culturale, utilizzando una sorta di sdoppiamento corporeo. Invincibile bellezza interiore, intramontabile e insopprimibile, baluardo di dignità suprema, biologica e spirituale.
Una nuova figurazione che utilizza spesso il corpo umano come rappresentazione di innocenza, pulizia interiore senza doppiezza e dubbi. Uno stile non asettico ma severo, che riporta la figura al centro del mondo; quantunque non raramente mutilata, sdoppiata, esposta alla mannaia della corruzione, della violenza e del delitto inteso come forma di sopraffazione, tentativo “non riuscito” di eliminazione fisica. Ferita-mutilazione di una società stanca, autolesionista, smarrita. Spaccatura simbolica che tende a dividere la perfezione corporea; drammatica tensione che fa precipitare la coscienza della società civile e punta il dito sul cronometro del futuro. Scultura di straordinaria valenza estetica, per farci comprendere come immortale sia l’essenza umana , che si rigenera e si trasmette con linfa nuova e nuovo seme, come eterno resta il concetto della beltà atemporale (tutta la scultura di Roberto Valisi ha valenza atemporale), memoria intatta degli uomini. Una nuova linea di valori formali, ben lontani da quelli usati da coloro che si indicano “effimeri mercanti di idee”.
Chi non conosce l’accurato lavoro di Roberto Valisi, vissuto tra costellazioni di silenzi e riflessioni, potrebbe erroneamente incorrere nel falso concetto del percorso a ritroso di un vago idealismo classicheggiante. Niente di più falso e forviante. Trattasi invece d’intensa ricerca di luce catalizzatrice, purificatrice, che va ben oltre l’immaginario di una balbuziente mediocrità. Dantescamente incurante, guarda e passa, lasciando però dietro di sé una salda, profonda impronta, sostanza di forze vitali. Essenza e nutrimento di un fuoco che vive sotto la cenere e sa rigenerarsi, come Araba Fenice.
Dunque nessuna contraffazione, ma una radice spirituale tanto intransigente quanto profondamente autentica Lucida originalità e innovazione, che usa la metafora per arginare, “la barbarie della tecnica e della meccanizzazione” intese come elementi disgregativi della società moderna materialistica e traumatizzante. Una ricerca di verità che non rifugge dal recupero di un tempo storico che ha gettato le basi di regole ideali tali da identificarsi con lampi di eternità. Una immersione in una nostalgia umanistica ed enigmatica, quella dello scultore Valisi. Coerente tensione che riporta l’esercizio scultoreo sui binari mai smessi (talvolta contraffatti) della perfezione delle forme, dello stile armonico, dei rapporti di volume e dimensione della figura. Per toccare traguardi di altissima energia scultorea, sintesi e potenza, che propone l’artista Valisi come attento custode di una memoria che viene sollecitata e registrata con consapevole certezza ed autorità.
La determinazione di Valisi ha l’aurora in una fede incrollabile. “Io voglio essere scultore” mi diceva già vent’anni fa’, e lo sosteneva con voce dimessa ma ferma. Accendevamo dibattiti senza fine e senza vincitori, che avevano l’epicentro sulla necessità di un’arte scevra da pedisseque imitazioni, progettata con idee pure in cui fosse sovrana l’investigazione sulla realtà attuale, sulla libertà dell’artista, sempre più ostaggio di una società senza pudore, i cui valori etici subivano
quotidiane contraffazioni. L’artista in balia di una zattera di Gericoltiana memoria senza timoniere ne’ ancore sicure, con la prospettiva di procelle più violente ed un ipotetico ancoraggio a bitte di marzapane.
Ma i caratteri creativi dell’opera di Valisi muovono ad imperativi che con l’effimero non hanno riscontro alcuno, ma si proiettano sicuri verso il giudizio ineluttabile del tempo, in virtù di solide fondamenta. In virtù del fatto che da sempre Valisi riflette con pura mente sui significati dell’arte, acquisendone i contenuti senza clamore, ma con civile difesa, richiamando purezza di ricordi, sollecitazioni spontanee, con tempi di esecuzione brevissimi, che procedono secondo gli antichi riti del modello, del calco, della cera, cottura e fusione, sformatura , che terminano con la finitura, il cesello, la patina. Le opere più recenti che hanno visto luce nello studio di Roberto Valisi determinano uno sviluppo artistico di inequivocabile, rigorosa compiutezza, definitivamente svincolate da accademiche reminiscenze (il diploma all’Accademia di Bologna nel 1994 col massimo dei voti è solo un caro, lontano ricordo).“Ginnasta femminile”, ”Busto di ginnasta con greca”, “Torso di atleta” “Ginnasta femminile alata”, “Ginnasta con frammenti” rappresentano nella scultura di Valisi quasi un vincolo morale di appartenenza alle leggi non scritte della grande arte, idealismo e colto linguaggio, serena libertà ad un richiamo superiore, metafisico.
Il rispetto che Valisi porta ai dettami dell’arte lo traduce in motivi strutturali di feconda, rassicurante armonia, austera bellezza preservata da influenze d’artificio, cedimenti, alterazioni. Ci avvolge e rasserena il sapore di una sapienza definita, talvolta venata di una quasi umiltà, adesione non forzata ad una coerente dignità intellettuale, che riesce a trarre da una coscienza artistica segreta canoni di euclidea geometria.
E’ come se Valisi volesse ricordarci il dono, l’importanza della nostra antica mano, il rispetto per L’HOMO FABER, per i materiali più o meno nobili che ci circondano, per ciò che tutto questo, non disgiunto dalle straordinarie potenzialità di una mente civile, può produrre sotto l’aspetto artistico. Un bronzeo cavalluccio di surreale fattezza che sembra librarsi nel nulla, la fantastica apparizione di un unicorno ancorato a leggendarie reminiscenze , riportano la mente dell’osservatore - collezionista al mondo surreale che appartiene ormai solo all’artista - veggente, quasi dimensione ultraterrena necessaria ,equilibrio - antidoto alla realtà pungente, minacciosa.
Con la discreta sapienza che lo contraddistingue Valisi ama filosofeggiare un po’ con noi, involontariamente ci fa un po’ di morale, scansa le trappole del cattivo gusto e del dejàvù, accenna timidi sorrisi di leggera ironia. Ci insegna, senza insistere, qualcosa di vero, di importante. Ci stupisce la trasparenza di uno scultore emozionato, che trova ritmo ed equilibrio in una dimensione che scarta tracce di caducità ed insegue l’infinito. Romagnolo,(abita sulla prima sinuosa collina che ospita la desiderabile Longiano) insegue ogni giorno la cerulea linea dell’orizzonte adriatico.
Ancor giovane come artista, ha già portato tessere di valore al mosaico artistico italiano. Conoscerne il valore e la nobiltà d’animo significa apprezzare d’incanto la lezione razionale, sentirci coinvolti in sicura scommessa futura.




OTELLO PAGLIARANI febbraio 2008

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E-mail: valart_v@libero.it
Telefono: 3388350798

Opere dell'artista
  • Bologna - arte sotto i portici 2011
  • Bologna - arte sotto i portici 2010
  • Bologna - arte sotto i portici 2009
  • Bologna - arte sotto i portici 2008
  • Bologna - arte sotto i portici 2007

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